Su come vorrei essere, domani.

Oggi mi sono arrabbiato. A scanso di equivoci: non sono una persona che si potrebbe definire “calma”, per niente.
Sono ansioso, impulsivo, al limite maniaco del controllo, avventato e molte altre cose che, a volte, possono rendere la vita quotidiana abbastanza complicata, lo ammetto.

Eppure non mi arrabbio spesso, mi capita e, talvolta, anche con le persone che amo di più e che meno se lo meritano.
Oggi mi sono arrabbiato con un collega, colpevole di non aver compreso una mia e-mail (decisamente chiara!) e di aver risposto travisando completamente il senso delle mie parole e, di fatto, dicendo cose con ho detto e mai mi sarei sognato di dire. Punto.

Però ci sono cascato, come il più pivello dei calciatori che compie fallo di reazione. Ci sono cascato e ho risposto decisamente male, anche perché a dirla tutta, non è la prima volta che mi capitano “incomprensioni” del genere con la stessa persona.

Cosa fare allora? Io non sono così, non mi sento così.
La parte più buona di me suggerisce una ennesima sdrammatizzazione, magari una scherzosa pacca sulla spalla e un “ridiamoci su”.

Non lo farò. So di avere esagerato ma, mi è bastata la mezza spiegazione poco dopo il fatto.

Il punto è: voglio davvero (ma davvero?) continuare a farmi del male così? E soprattutto a fare del male alle persone che amo di più? Voglio davvero essere un “arrabbiato cronico” per il resto della vita? E dire che basta poco, una piccola riflessione, un pò meno impulsività e conteggio: 1,2,3,4 … ecco passato !

Rabbia – Inside Out

Mi sa che dovrò lavorarci parecchio ancora ma so che posso farcela, la ricetta passa anche da qui, da Medium, dal Blog, dalle parole scritte e “dette”.
Tranquilli, mi avete sopportato abbastanza, specie voi Mamma, Papà, Simona, Ale e Flavio.
PS: se non avete visto ancora Inside Out , bè siete dei “falliti”: è bellissimo!