Ottobre 2013 – 17 Mesi – “Mine is mine, Yours won’t take its place”

Grazie a Dio ce l’hai fatta. A fare cosa? Ma come : a “vedere” (sentire) almeno un disco dei Pearl Jam. Ma ti rendi conto? Dopo 20 anni (e Papà c’era fin dal primo giorno) sono arrivati fino a te. Tanti non ce l’hanno fatta (Kurt, Layne, Jeff per dirne alcuni) e non avrai modo di sentire della musica nuova da loro (per fortuna di quella vecchia in giro per casa ce n’è quanta ne vuoi).

Però loro no, loro hanno detto :”Eh che cavolo: abbiamo fatto rockeggiare e rollegiare per 20 anni il Papà, ora tocca al Piccolo Flavio!” .

E così ecco questo Lightning Bolt. Intendiamoci, quando vorrai ci saranno tutti (TUTTI) gli album precedenti, più qualche live, qualche DVD, una VHS (!!) un vinile (!!!!!) un singolo di Natale,almeno 3 libri e chi più ne ha più ne metta. Intendiamoci, non sono un esperto  nè un fan accanitissimo. Sono prima di tutto un “nostalgico” sostenitore dei PJ, riconoscendo sia il valore intrinseco della loro musica, sia quello che hanno rappresentato nella famigerata scena “grunge” (ahi ahi prima o poi questa parola doveva venire fuori, Wikipedia aiutami tu). Diciamo la verità: quando nel 1992/1993 ascoltammo per la prima volta “Ten” (ma anche “Nevermind”) nulla fu più come prima, senza esagerazione. Prima voleva dire (oddio tenetevi forte) Dire Straits, Led Zeppelin, Bon Jovi (!!!) se volevi proprio esagerare. E invece ecco che arrivano sti 4 capelloni, cominciamo a sentire le prime note di “Even Flow” o “Alive” o “Jeremy”, cominciamo a vedere quella “scimmia” di Vedder che ai concerti si appende alle impalcature dello stage, si butta in mezzo alla folla e così… così noi non siamo più gli stessi. Compriamo un paio di Doc Martens e li mettiamo anche d’estate coi calzoni lunghi e le camicie a quadri. Seattle diventa una città mitica (chissà magari un giorno ci andiamo insieme ok ?), giriamo per le sue strade grazie a Cameron Crowe e al suo “Singles”, insomma ci ubriachiamo di questa (sotto)cultura, l’ennesima made in USA. Poi arrivano le prime chat, i primi forum, i primi incontri tra “fan”, impariamo a memoria i testi a furia di sentire le canzoni ,il primo concerto nel 2000, Verona! Che banda di raccattati: Papà, Zio Paolo , Mr. Tria e Basile! E poi di nuovo 2006, Verona e Pistoia. Sono stato fin troppo veloce a raccontare di questi anni ma la costante rimane: loro sono sempre stati lì con me, aspettavo i loro dichi, i loro live, i loro DVD. Sono sempre stati un punto di riferimento e una bandiera da portare in giro, così come immagino possano essere stati i Beatles, i Roling Stones ecc. ecc.

Vogliamo tornare a questo Lightining Bolt (senza poi tirarla tanto per le lunghe ?): bello! All’altezza! Fresco e allo stesso tempo “marchiato”, riconoscibile, lo capisci subito chi canta e chi suona. La mia preferita (fino ad ora) rimane “Getaway” ma diciamo che le prime 5 canzoni (fra tutte anche “Mind Your Manners”, bel ritmo incalzante) sono esplosive. Poi ovviamente troverai anche qualcosa di più “intimo” e “riflessivo” (“Sirens”) fino a sfociare nella ballata (“Future Days”). Insomma ci trovi tutto quello che si può e si deve aspettare da un disco dei Pearl Jam. In macchina lo sentiamo spesso ma al momento mi sembri più reattivo al “Coccodrillo come fa?”

Manca solo una cosa : un bel concerto ! Ci verrai vero ? Vero ? “Si parte io e te ?” 🙂