“Azzurro” for dummies …

Avete presente “Azzurro”? Ma si dai, Adriano Celentano.
Quanto lontano potrebbe essere da quello che ascolto di solito? Tanto vero? Eppure questa canzone è stata sempre presente. La cantava, la canta mio padre, da qualche parte, sepolto in casa dei miei, ci potrebbe essere anche un vecchio 45 giri, chissà.

Poi capita che devi fare quei, tipo, 2000-3000 km al mese e tuo figlio ti chiede di ascoltare qualcosa, che so, qualche vecchia sigla di cartoni animati. Si, quelle le abbiamo ma poi? Allora la moglie ti fa un “sabotaggio” alla USB dove hai messo tutta la peggiore musica spacca orecchie e ti inserisce una cartella “Italiane”. Allora vada per “Singapore” ad eterna memoria della mia ultima trasferta in Far East (2015) ma poi, ecco in terza traccia, “Azzurro”.

Ma “Azzurro” è una canzone bellissima! E non dico solo rispetto alla MdM (musicadimerda) che circola di questi tempi (aggravante tormentoni estivi), lì
vinci facile senza nemmeno sparare un colpo. E’ una canzone bellissima, bellissime le parole e la musica. Bellissime le immagini che funzionano, è vero, meglio d’estate ma tanto se la ascolti d’inverno ti fa comunque cambiare stagione “inside”.

Provate a rileggerla :

Cerco l’estate tutto l’anno
e all’improvviso eccola qua.
lei è partita per le spiagge
e sono solo quassù in città,
sento fischiare sopra i tetti
un aeroplano che se ne va.
Azzurro,
il pomeriggio è troppo azzurro
e lungo per me.
Mi accorgo
di non avere più risorse,
senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri
nei miei pensieri all’incontrario va.
Sembra quand’ero all’oratorio,
con tanto sole, tanti anni fa.
Quelle domeniche da solo
in un cortile, a passeggiar.
Ora mi annoio più di allora,
neanche un prete per chiacchierar.
Azzurro,
il pomeriggio è troppo azzurro
e lungo per me.
Mi accorgo
di non avere più risorse,
senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri
nei miei pensieri all’incontrario va.
Cerco un po’ d’Africa in giardino,
tra l’oleandro e il baobab,
come facevo da bambino,
ma qui c’è gente, non si può più,
stanno innaffiando le tue rose,
non c’è il leone, chissà dov’è.
Azzurro,
il pomeriggio è troppo azzurro
e lungo per me.
Mi accorgo
di non avere più risorse,
senza di te,
e allora
io quasi quasi prendo il treno
e vengo, vengo da te,
ma il treno dei desideri
nei miei pensieri all’incontrario va.

E’ fatta di malinconia : “come facevo da bambino“, l’estate (specie quando si avvia verso la fine) è fatta per ricordare a quelli come noi le tante cose che “facevamo da bambini”. L’occasione è buona per prendere la mano di tuo figlio e accompagnarlo a fare un giro su una giostra qualsiasi, frugarsi nelle tasche e ritrovare quel gettone che significa 5 minuti di risate e spensieratezza. Non si può aspettare perché altrimenti finisce che “qui c’è gente, non si può più“, ma non può finire così vero?

E’ fatta di desiderio : “Mi accorgo di non avere più risorse,senza di te“, bastano poche parole per arrendersi all’evidenza che abbiamo tutti bisogno di qualcuno per arrivare alla fine della giornata/settimana/mese/anno/vita.

E’ fatta di riscatto di reazione : “e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te“, vogliamo vedere che alla fine bisogna cercarsela la strada per uscire dal tunnel.

E’ fatta di solitudine e lentezza : “Quelle domeniche da solo in un cortile, a passeggiar“,
abbassiamo gli schermi degli smartphone e rallentiamo il passo, rallentiamo se siamo in auto.

 

E alla fine succede che mio figlio (5 anni) la sa a memoria, la canta tutta dall’inizio alla fine. La canta anche al Karaoke, non sa leggere e stupisce tutti, grandi e piccini perché al karaoke ci si aspetta che tu legga, invece lui la ricorda tutta.
Guai a parlarci sopra, va sentita senza interferenze.
E va bene così, la riscopro anche io. Mi ricordo di quanta strada ancora devo fare, mi ricordo di quanto si può essere malinconici ma determinati.
Mi ricordo di mio padre.
Mi ricordo di fermarmi ad assaporare qual poco d’estate che è rimasta in questo 2017 frenetico, perché poi, tra un po’, ci resterà solo di “cercarla tutto l’anno” fino all’anno prossimo.

 

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